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Casa di Spiritualità

La sua collocazione è nell’ex monastero cistercense, recuperato ed adattato negli anni scorsi. Propone iniziative proprie per presbiteri e laici. Ospita le attività pastorali della Diocesi. Accoglie gruppi, associazioni, movimenti ecclesiali e congregazioni religiose con un loro programma spirituale e/o formativo per una o più giornate.

A disposizione degli ospiti della Casa sono la capiente cappella, impreziosita da 17 tavole iconografiche che illustrano la Storia della Salvezza, la cappellina dell’abate destinata alla preghiera individuale, sale di diverse dimensioni, il chiostro centrale e il giardino. Offre un clima di pace e di raccoglimento per coloro che desiderano vivere un tempo di silenzio e di preghiera all’ombra dell’imponente Basilica.
Tariffe da concordare con la Direzione.

Per informazioni:
Tel. +39 0174 565300
Fax +39 0174-565510
E-mail: casaregina@santuariodivicoforte.it

Monastero del seicento

Dimora ideale per immergersi completamente in un’atmosfera tranquilla e accogliente.

Un’importante ristrutturazione ha trasformato l’antico Monastero cistercense in CASA REGINA MONTIS REGALIS struttura priva di barriere architettoniche.
L’inalterato stile monastico – corridoi affrescati, scalinate in pietra, soffitti in mattone – accompagna gli ospiti in un soggiorno esclusivo.

Il monastero cistercense

Il Coro dei Cistercensi risale al 1743-44. La sala è di armoniche proporzioni e di buona acustica; ha la volta a padiglione e le pareti decorate con stucchi di raffinata bellezza. Alle pareti sono addossati gli stalli dei monaci, in legno di noce scura, con alti dorsali e inginocchiatoi intarsiati e intagliati.
Allo stesso periodo risale il refettorio dei monaci. Il primo lavoro di pittura fu la bella scena della Cena di Emmaus nella parete di fondo. Si tratta della “prova d’autore” richiesta da Re Carlo Emanuele III ai due pittori che daranno vita al grande affresco del Santuario: Mattia Bortoloni e Felice Biella. E’ di grande impatto espressivo l’atteggiamento di Gesù che richiama l’attenzione dei due viandanti ai carciofi posti sulla mensa. Ai monaci e ai visitatori è un invito a penetrare la realtà, a guardare dentro, ad andare al cuore delle cose, foglia a foglia… mirando alla spiritualità. La decorazione del refettorio verrà completata nel 1770 dal Biella.